Nell’aprile del 1981, a seguito di un’inchiesta avviata dai magistrati di Milano sul crack del Banco Ambrosiano di Michele Sindona, i giudici ordinarono una irruzione nella villa e nella fabbrica di Licio Gelli ad Arezzo e scoprirono le liste degli appartenenti alla Loggia Massonica coperta Propaganda 2, meglio conosciuta come P2. Le liste contenevano i nominativi di 962 persone tra i quali: 3 ministri in carica, 2 ex ministri, un segretario di un partito politico, 38 parlamentari, 52 alti ufficiali dei carabinieri, 50 dell’Esercito, 37 della Finanza, 29 della Marina, 11 questori, 14 alti magistrati, 70 ricchi e influenti industriali e 10 presidenti di banche. Oltre a loro vi erano fior fiore di giornalisti, direttori di ospedale e avvocati <52. Insomma, un vero e proprio governo parallelo che indirizzava le scelte politiche e militari italiane.
Licio Gelli entrava a a far parte della loggia massonica nel 1967, ma fu solo dal 1971 che, a seguito della sua elezione a segretario organizzativo, il suo potere aumentava a dismisura. Il grande potere che aveva Gelli nelle mani era principalmente di tipo ricattatorio. Infatti sembra che il gran maestro della loggia massonica P2 fosse entrato in possesso dei fascicoli stilati dal Sifar, su ordine del generale De Lorenzo, tramite l’affiliazione nella loggia dell’ex capo del Sid Giovanni Allavena, che li avrebbe ereditati dal suo predecessore e li avrebbe poi trasmessi a Gelli. Dopo un primo periodo che va dal 1967 al 1974, che vedeva coinvolti diversi membri dell’Esercito e dei Servizi iscritti alla P2 in progetti stragisti e golpisti, nel gennaio del 1975 Lino Salvini, maestro del GOI (Grande Oriente d’Italia), che non vedeva di buon occhio Gelli, temendo i rischi della sua crescente intraprendenza, lo esautorava dalle funzioni e dichiarava la loggia P2 una normale loggia non “coperta”. Nel Maggio 1975 Salvini stesso, facendo marcia indietro, decretava ufficialmente la ricostituzione della loggia P2 e Licio Gelli anziché essere esonerato viene promosso al grado di Maestro Venerabile. La loggia P2 avrebbe presto oltrepassato i confini nazionali e osservato il numero dei suoi affiliati aumentare notevolmente in numerosi paesi ove, piuttosto apertamente, non si esimeva dal fare attività politica, economica e finanziaria. Nella primavera dello stesso anno, Licio Gelli fondò l’Organizzazione Mondiale del Pensiero e dell’Assistenza Massonica (OMPAM), una super-loggia internazionale con sede a Montecarlo, che nessuno si sognava di sciogliere. La P2 si trasformò a partire dal 1977 in una sede di raccordo e di incontro delle strutture parallele, che gestivano il potere reale in Italia <53. Anche per assecondare questa prerogativa nel gennaio del 1977 la loggia venne ricostruita all’interno della massoneria in forma ancor più segreta. E’ proprio in quell’anno che il partito comunista andava sempre più accostandosi all’area di governo, con il rischio, per le strutture occulte, di perdere almeno parte del loro potere decisionale.
Nel 1980 Gelli, in un’intervista rilasciata al giornalista affiliato Maurizio Costanzo, senza farsi troppi scrupoli si faceva vanto della propria influenza e delle proprie “entrature” ai massimi livelli politici del Paese, sicuro di sé stesso all’apice del suo potere. L’intervista venne pubblicata sul quotidiano Il Corriere della Sera del 5 ottobre (tra l’altro anche il corriere della sera, prima testata italiana per diffusione, tradizione, e per riconosciuta autorevolezza, apparteneva al patrimonio detenuto da Gelli), suscitando accesissime polemiche su tutta la stampa.
Oltre alla stampa cominciano ad interessarsi di Licio Gelli e della P2 anche i magistrati; l’ombra della Loggia sembra comparire dietro gran parte degli avvenimenti della cronaca nera italiana dell’epoca. Iniziano a verificarsi casi di sequestri di persona per conto del clan dei marsigliesi, i tentativi di Golpe, l’omicidio del magistrato Vittorio Occorsio, il terrorismo dell’eversione nera della Strategia della Tensione e il sequestro e omicidio del Presidente del consiglio Aldo Moro. L’uccisione di quest’ultimo in particolare scatena il proliferare di voci e inquietudine; cominciano a formularsi ipotesi che nell’omicidio di Moro potesse essere implicata la loggia massonica P2 di Licio Gelli magari con un probabile coinvolgimento dall’intelligence degli Stati Uniti, si ipotizzava la presenza della rete clandestina Gladio. Tina Anselmi, che in seguito avrebbe lavorato al caso caso Gelli, scopriva che tutti coloro che facevano parte al ministero degli interni alla commissione tecnica che operava sui 55 giorni del sequestro di Moro, erano iscritti alla P2. A queste dichiarazioni Gelli risponderà sempre con irriverenza che, trovare “i suoi” implicati qua e la, era pressoché inevitabile, facendo riferimento all’impressionante numero di affiliati che la Loggia vantava.
Nel 1991 sul sottofondo della valigia della figlia di Gelli, fermata e perquisita all’aeroporto, fu ritrovato un importantissimo documento: Il Piano di Rinascita Democratica e si carica del obiettivo di riforme sullo Stato, sulla politica e sulla società italiana. Un progetto politico economico finanziario mediatico istituzionale, che ha la sua genesi nel 1974, di concerto con gli americani e con una serie di ambienti politici atlantici al chiaro scopo di controllo del potere attraverso l’ubicazione di uomini in ognuno degli ambienti sopra citati. Il clima di tensione, il crescente numero di crimini compiuti e il ritrovamenti delle liste della P2, condussero la magistratura ad avviare un inchiesta; il 9 dicembre 1981, su volontà del Presidente della Camera Nilde Lotti venne formata la commissione d’inchiesta sulla P2; Tina Anselmi ne sarà il presidente. Un’apposita legge, (n.17, 25 gennaio 1982), sciolse la P2 e interdisse il funzionamento di associazioni segrete con analoghe finalità.
Nell’aprile 1998 Gelli in attesa delle sentenze per depistaggio per la strage di Bologna, concorso di bancarotta banco ambrosiano e altri reati, scappò e visse in latitanza, sino all’ottobre del ‘98, quando fu arresto a Cannes, ma dopo un malore si guadagnò gli arresti prima in ospedale e poi ai domiciliari.
La loggia per il tribunale di Roma sarà riconosciuta solo come un associazione di persone in vista, unite nell’obiettivo di fare affari. La Anselmi e la sua commissione ne riconoscevano invece la responsabilità su innumerevoli crimini, definendola « un punto d’incontro, una camera di compensazione, d’interessi, relazioni, protezioni omertà dove si incontrano poterei interessi diversi forti per controllare e condizionare quello che succede in Italia e talvolta anche provocarlo: un strumento neutro per operazioni di controllo e condizionamento.» La commissione supponeva al vertice della Loggia un’altra piramide, la quale a sua volta aveva un vertice manipolato da alte sfere di politici atlantici, ma erano solo supposizioni e tali rimasero.
[NOTE]
52 Per quanto riguarda la lista completa degli appartenenti alla loggia P2 si rimanda al sito: http://www.stragi.it/2agost80/iscrittiP2.pdf
53 Giovanni De Lutiis, I servizi segreti in Italia, Editori Riuniti, Roma, 1998
Giulia Fiordelli, Dalla Konterguerilla ad Ergenekon. Evoluzioni del Derin Devlet, tra mito e realtà nella Turchia contemporanea: analogia con la stay-behind italiana, Tesi di laurea, Università Ca’ Foscari Venezia, Anno Accademico 2012-2013
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