Il fondatore del qualunquismo era stato ricevuto personalmente dal Papa Pio XII

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Abbiamo evidenziato i rapporti fra Uq [Fronte dell’Uomo Qualunque] e Confindustria, con particolare attenzione alla misura in cui la seconda provò a influenzare la linea politica del primo. Il fronte qualunquista ricevette allo stesso tempo grande attenzione da parte della Chiesa cattolica che, come l’associazione degli industriali, vi vide un possibile strumento di leverage sulla Democrazia cristiana. Si è già sottolineato come, forte del successo iniziale, Giannini aveva posto il suo partito in diretta concorrenza con quello democristiano proprio sul terreno della cattolicità. Non occorre qui citare nuovamente i numerosi articoli e interventi volti a sottolineare la sincera fede religiosa del partito di Giannini in contrapposizione al presunto cattolicesimo di maniera della Dc; ci concentreremo invece sulla ricostruzione dei rapporti fra Uq e Chiesa cattolica, precisando che per un determinato lasso di tempo il Fronte sembrò dare a una parte delle alte gerarchie vaticane una sicurezza che invece mancava nella Dc ancora restia a chiudere la forma della coabitazione al governo con le sinistre.
Manlio Del Bosco, nella sua pionieristica – seppure a livello giornalistico – ricerca su l’Uq del 1971 aveva sottolineato come Giannini dopo le amministrative dell’autunno 1946 venisse ricevuto cordialmente in Vaticano <1653, e abbiamo già visto come il fondatore del qualunquismo fosse stato ricevuto personalmente dal Papa Pio XII. Di una tale attenzione si era accorto il servizio di intelligence britannico: un rapporto del 19 marzo 1947 puntualizzava infatti che i tentativi di Giannini di assicurare il supporto del Vaticano al suo partito erano stati “not without success” <1654. In precedenza, infatti, il padre gesuita Mario Barbera aveva provato, con la benedizione papale ma senza successo, a formare un’alleanza di partiti di centro destra come alternativa governativa al blocco Dc-sinistre. «As a result – si legge in un rapporto dei servizi segreti inglesi del 26 febbraio 1947 – the Pope has stated that he will now leave the Christian Democratic Party “to its inevitable liquidation” and he has transferred his support to the Qualunquist». Sempre per il tramite di padre Barbera si erano allacciati contatti fra azione cattolica e leader qualunquisti ai quali veniva promesso un appoggio totale a patto che il presidente del gruppo parlamentare fosse diventato Enzo Selvaggi. Il rapporto, oltre a riportare l’appoggio del clero al partito qualunquista a livello locale, sottolineava che in una riunione del 5 febbraio il Papa aveva non solo ribadito la sua decisione di supportare l’Uq, ma aveva dato in questo senso precise indicazioni al sostituto della segretaria vaticana, monsignor Giovanni Battista Montini. A questi era stato affidato inoltre il compito di avvisare tanto la Dc quanto la redazione de «Il popolo» che il Santo Padre vedeva con grande sfavore la campagna di stampa antiqualunquista della quale si augurava un’immediata cessazione <1655. Alla fine di marzo gli agenti inglesi evidenziavano che la disapprovazione del Papa per la collaborazione dei democristiani con socialisti e comunisti fosse «more profound than is generally realized». I contatti fra Uq e gesuiti intanto continuavano: il rapporto testimoniava che proprio attraverso i padri gesuiti giungeva in Vaticano la notizia che l’appoggio dei qualunquisti alle posizioni ecclesiastiche sarebbe avvenuto solo se la Dc si fosse impegnata a votare con loro su almeno trenta punti della nuova carta costituzionale. In caso contrario avrebbero votato con le sinistre e permesso «the passage of those clauses condemned by the Vatican» <1656.
I rapporti dell’intelligence inglese parlano laddove tacciono le fonti del ministero degli interni italiano. La storia dei rapporti fra Uq e Chiesa cattolica sembra intrecciare il padre gesuita Barbera, il sostituto della segretaria vaticana Giovanni Battista Montini (il futuro Papa Paolo VI), l’Azione cattolica e alcune altre figure che vedremo. Come ha scritto Pietro Scoppola, il qualunquismo si offriva come lo strumento più efficace per premere da destra sulla Dc, «un alleato insperato per ricondurre sulla retta via la Democrazia Cristiana». Di questo si era accorto Guglielmo Giannini che non a caso nel suo discorso alla Basilica di Massenzio alla vigilia delle elezioni amministrative dell’autunno 1946 – ampiamente citato – aveva elogiato il Papa e il suo ruolo politico. E infatti durante quella tornata elettorale sia il clero che l’Azione cattolica diedero il loro appoggio all’Uq, come segnalato stavolta anche dai rapporti dei prefetti.
Il 12 novembre, De Gasperi si era incontrato proprio con Montini per il tramite del quale il Vaticano voleva rendere noto al partito democristiano che la collaborazione con partiti anticlericali non era più ammessa e formulava poi il preciso avvertimento per il quale la continuazione di questa linea avrebbe portato la Dc nella lista dei partiti filo-nemici. Non solo, indicava anche un’alternativa: l’alleanza dell’ala destra della Dc con l’Uq che avrebbe composto, secondo i calcoli di Montini, una maggioranza di 207 deputati <1657. Da una parte, quindi, la Chiesa cercava nel qualunquismo uno strumento per indirizzare la politica democristiana e quindi la nascente repubblica, dall’altra il qualunquismo cercava anche nella Chiesa cattolica – come le altre formazioni di destra nella monarchia – «una legittimazione tradizionale alla sua opera di aggregazione dei ceti medi» <1658.
La parte delle gerarchie ecclesiastiche che interpretava la politica italiana in questo modo è quella che Andrea Riccardi ha definito il «partito romano», una lobby influente di orientamento clerico-moderato che immaginava un futuro per l’Italia basato su un governo di cui il perno doveva essere la Dc, non come partito cattolico ma come partito moderato, garante della stabilità del sistema politico italiano, come aveva delineato in un memoriale del 1943 il responsabile della sezione affari straordinari del Vaticano, monsignor Tardini. Come descritto da Riccardi, il partito romano aveva nel cardinale Ottaviani, assessore e poi segretario del Santo Uffizio, la personalità più attiva e ruotava attorno a figure quali il gesuita padre Riccardo Lombardi, fondatore del movimento per un Mondo Migliore, Luigi Gedda, organizzatore dei comitati civici e monsignor Baldelli, fondatore dell’ONARMO e poi della pontificia commissione di assistenza. Subito dopo la caduta del fascismo – nel cui leader Benito Mussolini papa Pio XII aveva salutato l’uomo mandato dalla provvidenza – il Vaticano sembrò orientarsi verso un governo presieduto da Vittorio Emanuele Orlando. Con Orlando si incontrò subito dopo la liberazione, nel maggio 1945, un’altra figura chiave del rapporto fra mondo cattolico e qualunquismo, monsignor Roberto Ronca, rettore del seminario romano fino al 1948 e futuro arcivescovo di Lepanto, nonché personaggio molto vicino a Luigi Gedda. Ronca aveva lavorato per accreditare la candidatura di Orlando con il luogotenente del regno e per garantirgli il supporto della Dc, organizzando un incontro con De Gasperi. Come sappiamo, la candidatura di De Gasperi alla presidenza del governo fece saltare questo tipo di accordo. Contemporaneamente Roberto Ronca era entrato in contatto con Giannini per il tramite di un gruppo di industriali con cui era stato in stretta relazione durante il periodo dell’occupazione tedesca <1659. Fra Ronca e Giannini si stabilì da quel momento una fitta rete di rapporti.
Ma al qualunquismo guardavano con favore, come già introdotto, anche i gesuiti e infatti, dopo gli interventi di padre Barbera, anche la rivista dei gesuiti «La Civiltà Cattolica» portava avanti una linea politica moderata ispirata da Ottaviani e che si esprimeva proprio nelle iniziative di Ronca. L’attenzione dei giornali cattolici per il fondatore del qualunquismo non si limitava all’organo della Compagnia di Gesù: «Il Quotidiano», giornale dell’Azione cattolica pubblicò una lettera con la quale Giannini si difendeva dai processi epurativi a suo carico. Tanto «Il Quotidiano» quanto «La Civiltà Cattolica» e «L’Osservatore Romano» diedero rilievo sulle loro pagine al primo congresso qualunquista <1660.
Uno dei principali dirigenti dell’Azione cattolica era Luigi Gedda, che Giannini definì pubblicamente «nostro buon amico personale» e che, sempre secondo la sua testimonianza, aiutò in maniera «possente» il Fronte per le amministrative di Roma del 1946 <1661. Quelle amministrative si risolsero con il grande successo del fronte qualunquista che per la prima e unica volta nella sua breve storia minacciava di costituire una credibile alternativa alla Dc. Si è già fatto riferimento all’interpretazione di Sandro Setta per cui fu proprio questo scatto in avanti dei qualunquisti a determinare, insieme alle pressioni americane, la svolta in senso moderato della Dc. A questa si aggiunga l’interpretazione di
Riccardi per cui i ceti medi nell’incerto quadro del dopoguerra si riferirono alla Chiesa cattolica come istituzione stabile oltre che come referente culturale. In questo quadro gioca un ruolo fondamentale Roberto Ronca, sensibile al moderatismo politico dei ceti medi che ai suoi occhi era sottolineato dal successo di un partito moderato esterno al Cln, l’Uq, sintomo evidente della difficoltà di questi strati della popolazione di trovare piena espressione politica nella Dc. L’Uq appariva quindi a Ronca come «lo spezzone d’un eventuale partito nazionale cattolico e moderato, che il blocco esercitato dalla Dc sull’elettorato cattolico coartava all’interno dello stesso partito cattolico o in formazioni come quella qualunquista» <1662. Ronca si attivò per supportare il partito di Giannini e organizzò diversi incontri fra lui e De Gasperi in Laterano. Secondo Riccardi fu proprio in conseguenza di questa crescita qualunquista e della credibilità che il Fronte acquisiva come alternativa di destra al suo partito, che De Gasperi intervenne presso Costa affinché si tagliassero i finanziamenti al Fronte. Ronca scrisse allora al cardinale Marchetti che in seguito ai tagli dei finanziamenti della Confindustria era necessario che il Papa provvedesse ad aiutare l’Uq. E così infatti fu fatto: Pio XII stanziò trenta milioni di lire che furono versati dal cardinale Pizzardo, prefetto della congregazione dei seminari, e per il tramite di Ronca nelle casse qualunquiste. Un aiuto di questo tipo rappresentava tanto un condizionamento della politica qualunquista quanto un reale interesse del Vaticano per questa <1663. I legami fra Ronca e Giannini si estesero al punto che quando le vicende de «Il Buonsenso» portarono il fondatore del qualunquismo vicino al procedimento per bancarotta fu proprio il futuro arcivescovo di Lepanto ad aiutarlo nominando un liquidatore che prese in carico la questione <1664. All’inizio del 1947 Ronca comunicò a monsignor Urbani, assistente generale dell’Azione cattolica, di aver fondato insieme a padre Giacomo Martegani, direttore di «La Civiltà Cattolica», Civiltà italica, un «movimento apartitico d’influenza politica» con lo scopo di coordinare gli interventi cattolici in campo politico. Da Civiltà italica confluiva nell’Uq materiale propagandistico anticomunista e l’associazione sosteneva di essere riuscita a capovolgere la campagna anti democristiana di Giannini. Secondo Attilio Tamaro, diplomatico e storico triestino, monarchico di ascendenze nazionaliste e irredentiste, fu Giovanni Armenise, ex amministratore delegato della Banca nazionale dell’agricoltura, membro della Camera dei fasci e delle corporazioni e futuro finanziatore del giornale neofascista «Rataplan» e dello stesso Movimento sociale italiano, a esercitare una forte influenza sull’Uq legandolo prima al Vaticano e poi spingendolo verso la Dc <1665.
È chiaro che in seguito all’espulsione delle sinistre dal governo e alla scissione qualunquista, la Chiesa perse qualsiasi interesse nell’Uq. Il 24 settembre 1947 in un convegno a Fiuggi di Civiltà italica parlò anche Giannini ringraziando pubblicamente il lì presente monsignor Roberto Ronca, al quale doveva la fortuna di non essere stato arrestato per bancarotta fraudolenta: «senza il gesto generoso, coraggioso, di Monsignor Ronca, oggi non avrei il piacere di parlarvi dal penitenziario nel quale sarei» <1666. Diversi anni dopo aggiunse che solo grazie a Ronca riuscì a pagare il debito di 67 milioni che il partito aveva accumulato <1667. Quando l’11 luglio 1948 Roberto Ronca fu ordinato arcivescovo di Lepanto, fra i politici presenti alla cerimonia c’era anche il padre del qualunquismo.
Ma già poco dopo le elezioni amministrative di Roma e la nascita dei primi problemi interni al Fronte, Giannini aveva perso l’appoggio di Luigi Gedda e, a quanto pare, ogni contatto con lui <1668. Per quanto il presidente dell’Uq continuasse a presentare il suo come un partito cattolico, perfino basato sui dieci comandamenti, ormai il suo spazio di manovra era terminato. Un’idea dello spirito dei tempi, di quel particolare momento in cui l’Uomo qualunque trovò il consenso del clero lo fornisce un episodio pubblicato sul giornale nel 1948 che ricordava che «s’è detto fino a pochi mesi prima delle elezioni che Giannini era il cocco dei preti: ed effettivamente la maggioranza del Clero manifestava vivissima simpatia per il Qualunquismo e per il suo presidente» <1669.
[NOTE]
1653 M. Del Bosco, Guglielmo Giannini e «l’Uomo Qualunque» cit.
1654 NARA, KV 3/266, Extract from the weekly Political intelligence Summary no. 385, 19 marzo 1947.
1655 NARA, KV 3/266, Western Department n° 62, 26 febbraio 1947.
1656 NARA, KV 3/266, Extract from the Western Department report n° 79, 24 marzo 1947.
1657 Cfr. Pietro Scoppola, Gli anni della Costituente fra politica e storia, il Mulino, Bologna 1980, pp. 112-115.
1658 Su questo punto cfr. Andrea Riccardi, Il partito romano nel secondo dopoguerra (1945-1954), Morcelliana, Brescia 1983, p. IX.
1659 Ivi, in particolar pp. 79 e 96.
1660 Ivi, p. 97.
1661 G. Giannini, Le Vespe, in «UQ», XI, 22, 2 giugno 1954.
1662 A. Riccardi, Il partito romano cit., pp. 96-97.
1663 Ivi, p. 99.
1664 Un discorso politico dell’on. Giannini, in «UQ», V, 38, 19 settembre 1948.
1665 G. Parlato, Fascisti senza Mussolini cit., p.
1666 Un discorso politico dell’on. Giannini cit.
1667 G. Giannini, Onorevoli colleghi leggete attentamente cit.
1668 G. Giannini, Le Vespe, in «UQ», XI, 22, 2 giugno 1954.
1669 Scrutator, Azione cattolica e qualunquismo, in «UQ», V, 26, 7 luglio 1948.
Maurizio Cocco, Il Qualunquismo Storico. Le idee, l’organizzazione di partito, il personale politico, Tesi di dottorato, Università degli Studi di Cagliari, 2014

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Pensionato di Bordighera (IM)
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