Furono reclutati dai servizi americani alcuni ex-ufficiali della Decima Mas

Da poche settimane alla guida della sezione di controspionaggio a Roma, alla fine di dicembre del ‘44 il giovane Angleton aveva cominciato ad occuparsi delle trattative con il comandante della Decima Mas. Il principe Junio Valerio Borghese, che al comando del suo corpo d’assalto della Marina dopo l’8 settembre aveva aderito alla Rsi <330, si stava organizzando per sopravvivere dopo la sconfitta con una parte della sua organizzazione. Già dalla seconda metà del ’44, ormai cosciente della prossima ed inevitabile caduta della Repubblica di Salò, Borghese aveva deciso di cercare un contatto con gli Alleati, allo scopo di traghettarsi insieme ai suoi uomini verso il nuovo regime <331. L’interesse nutrito dalla sezione del controspionaggio Usa a Roma, diretta da Angleton, nei confronti dell’ufficiale repubblichino nasceva dalla preoccupazione che il passaggio brusco alla democrazia avrebbe comportato dei rischi per il mantenimento dell’Italia nel blocco occidentale. Secondo il capo della SCI/Z, infatti, i partigiani comunisti avrebbero potuto dare vita ad una guerra civile, situazione che si stava verificando parallelamente in Grecia, ed allo stesso tempo il Pci, che egli sul finire del ’44 considerava come un braccio dell’Urss, avrebbe potuto tentare una presa del potere e portare il paese verso l’orbita sovietica: preoccupazioni che nel corso dei mesi seguenti, durante l’autunno-inverno del ’45 – come si è visto nel capitolo precedente – vennero condivise anche dai vertici militari e diplomatici statunitensi nella penisola. Il comandante dei battaglioni della Decima Mas, avendo dato prova di un ardente e viscerale anticomunismo e potendo vantare una grande esperienza in fatto di controguerriglia, avrebbe potuto essere utilizzato in questi scenari, come lo stesso Angleton spiegherà ai suoi superiori a Washington nel corso dei mesi successivi facendo rapporto sulla permanenza del capo repubblichino sotto la custodia americana <332. Lo stesso Borghese, inoltre, fin dalla fine del ‘44 aveva capito di avere a disposizione un valido strumento per continuare ad esercitare un ruolo, con il suo gruppo, nel nuovo regime di pace: la carta da giocare sarebbe stata proprio quella di proporsi agli anglo-americani come capo di una forza esperta in tattiche antiguerriglia, in vista della possibile crescita del potere dei comunisti in Italia. I documenti della sezione del controspionaggio dell’Oss mostrano la creazione, proprio negli ultimi mesi del ’44, di un’organizzazione all’interno della Decima Mas che aveva precise finalità politiche da realizzare nel dopoguerra, una volta che la Repubblica di Salò sarebbe prevedibilmente stata sconfitta. Si trattava del gruppo che gli ufficiali dell’intelligence Usa chiamarono “X Flottilla MAS underground organization”, il quale avrebbe dovuto costituire “un’organizzazione sotterranea” volta a continuare l’azione nel dopoguerra e che aveva a disposizione “un considerevole nascondiglio di armi, munizioni, esplosivi e dispositivi di sabotaggio” <333. Da parte dell’organizzazione di Borghese, tuttavia, sottolineavano gli agenti di Angleton, non era previsto “nessun tipo di atto di violenza contro gli Alleati”, poiché il fine anticomunista avrebbe dovuto permettere un’alleanza tattica <334. “L’anticomunismo fu l’elemento che permise di formulare piani d’azione presso i gruppi speciali della Decima Mas in previsione della fine della guerra”, sottolinea a questo proposito Parlato <335. Fu proprio nel mese di dicembre del ’44 che l’unità Z dello Sci di Roma, la sezione comandata da Angleton, inviò per la prima volta due agenti oltre le linee per stabilire un contatto con Borghese: lo scopo era quello di iniziare un rapporto che andasse nella direzione di utilizzare le risorse messe in piedi dal comandante della Decima Mas per il dopoguerra, ma in funzione degli scopi del controspionaggio statunitense <336. La missione dei due agenti presso Borghese fu seguita per ordine di Angleton da nuove missioni nel gennaio e nell’aprile del ’45, allo scopo di curare l’aspetto logistico delle trattative per il salvataggio del comandante <337: nei giorni precedenti l’insurrezione generale vennero ultimati i preparativi per questa operazione e così, quando tra il 25 e il 26 aprile la città di Milano insorse, il comandante fu preso immediatamente in custodia da alcuni elementi che avevano partecipato alle trattative clandestine. Nel frattempo Angleton, come già accennato, proprio il 25 aprile era stato promosso capo dell’intero settore del controspionaggio americano in Italia: con il passaggio di presidenza infatti si trovava ad essere in sintonia con la linea della nuova amministrazione <338.
Come è noto, il 10 maggio il nuovo comandante dell’X-2, arrivato appositamente da Roma, prelevò il capo della Decima Mas e lo condusse clandestinamente nella capitale a bordo di una jeep <339. Nel rapporto inviato ai suoi superiori relativo all’operazione, Angleton spiegò poi come il personaggio avrebbe avuto compiti di grande importanza per il servizio segreto americano <340. Proprio nel corso delle settimane confuse seguite all’insurrezione del 25 aprile furono reclutati dall’intelligence americana un gruppo di ex-ufficiali della Decima Mas, facenti parte dell’organizzazione clandestina anticomunista messa in piedi da Borghese per operare in favore di una ricostituzione delle forze fasciste, una volta che la Rsi fosse stata sconfitta. Venti appartenenti al gruppo Gamma, un battaglione della Decima Mas, vennero assunti infatti dal Centro Sperimentale Alleato (Allied Experimental Station) di stanza a Venezia, un distaccamento appena creato del Comando Navale Alleato di Venezia, al fine di impiegarli per le operazioni legate all’attività dell’intelligence, e venne stabilito che gli stessi avrebbero dovuto essere “considerati immuni da qualsiasi responsabilità per l’attività da essi svolta” <341. Essendo stati ritenuti utili nell’ambito delle attività del Centro Sperimentale, dunque, tutti e venti venivano garantiti da possibili incriminazioni per le responsabilità nei noti massacri di partigiani e di civili. Dai rapporti stilati dagli ufficiali di Angleton si apprende poi che cinque dei venti ufficiali del battaglione Gamma furono inviati negli Usa, per essere “assunti in servizio” <342, e che una volta arrivati nel paese erano stati “mandati direttamente al Direttore del Naval Intelligence, a Washington, D.C.” <343. L’esperienza di questi ufficiali della Decima Mas in fatto di sabotaggi delle flotte nemiche e di tattiche di controguerriglia, unita alla loro appartenenza al gruppo speciale creato da Borghese in funzione anticomunista, aveva fatto sì che ai capi dell’intelligence militare statunitense e del controspionaggio fosse immediatamente balzata agli occhi la loro utilità. Le modalità anomale con cui questi personaggi erano stati salvati ed inseriti nei ranghi dell’intelligence Usa, senza essere mai stati sottoposti ad un interrogatorio – da notare che alcuni di essi erano stati classificati come criminali di guerra -, senza aver scontato alcun giorno di prigione e senza essere comparsi davanti ad alcun tribunale italiano o alleato, permettono di comprendere come il loro impiego rientrasse in un progetto di primaria importanza per gli statunitensi. Questo nonostante la Decima Mas fosse nota per la ferocia delle repressioni antipartigiane e per i crimini compiuti durante le ritorsioni per gli attacchi delle bande <344. Questo era il contesto in cui venivano portate avanti le operazioni condotte dall’intelligence americana in Italia nella prima metà del ’45. Tali operazioni di salvataggio non erano dunque frutto delle scelte di un singolo dirigente del controspionaggio statunitense come Angleton, ma di un tipo di operazione portata avanti collegialmente, come si vedrà anche più avanti. Nell’ottobre del ’47, in un clima ormai completamente diverso, in cui il Vento del Nord aveva definitivamente cessato di soffiare, Borghese fu processato: il verdetto finale, redatto il 17 febbraio 1949, fu una condanna a dodici anni, con la disposizione che il principe venisse immediatamente scarcerato in considerazione dei quasi quattro anni che aveva già passato sotto la custodia americana e poi in prigione durante il periodo dello svolgimento del processo <345. Da questa vicenda, iniziata nell’autunno del ’44 con l’avvicinamento a Borghese degli agenti americani, nacque una forte amicizia tra il principe e Angleton, che perdurò nei decenni successivi <346.
[NOTE]
330 Sul ruolo e la figura di Borghese durante il periodo della Repubblica sociale cfr. L. Ricciotti, La Decima Mas, Milano, Rizzoli, 1984, pp. 13-43; F. W. Deakin, La brutale amicizia: Mussolini, Hitler e la caduta del fascismo italiano, cit., pp. 804-805, 876; e L. Ganapini, La repubblica delle camicie nere, Milano, Giunti, 2002, pp. 60-62.
331 Il Servizio Informazioni e Sicurezza della Marina militare (SIS) del governo Badoglio, che lavorava in stretti rapporti con gli Alleati, tra l’ottobre del ’44 e il gennaio del ’45 inviò due missioni oltre le linee allo scopo di contattare il capo della Decima Mas. Le autorità inglesi e i comandanti dell’VIII armata a cui venne riferito l’esito delle missioni giudicarono l’impresa “feconda di risultati”: Borghese si era mostrato disponibile all’intesa ed alla protezione delle fabbriche delle regioni del Nord dai temuti sabotaggi dei tedeschi in ritirata. Cfr. il documento intitolato Missione tenente vascello Giorgio Zanardi, 2 novembre 1944, riportato nell’antologia di documenti curata da N. Tranfaglia, Come nasce la Repubblica. La mafia, il Vaticano e il neofascismo nei documenti americani e italiani, 1943-1947, Milano, Bompiani, 2004, pp. 3-10. In riferimento all’operazione, un ufficiale dell’intelligence militare
statunitense di nome Titolo rese noto al SIS come fosse “desiderio della marina americana mettere Borghese al sicuro per evitare rappresaglie violente”. (cfr. il rapporto Oss intitolato Operazione clandestina del SIS nell’Italia settentrionale, in N. Tranfaglia, Come nasce la Repubblica, cit., p. 3-4 nota).
332 Cfr. il rapporto a firma di Angleton per il colonnello Earle B. Nichols, comandante della sezione europea dell’SSU a Washington, datato 6 novembre 1945, in cui si spiegano i motivi che hanno condotto l’intelligence americana in Italia a proteggere Borghese: NARA, RG 226, Entry 108-A, Box 260, Folder JZX-5403.
333 NARA, RG 226, Entry 174, Box 3, Folder 26, “Daily Situation Reports – CIC Fifth Army”, documento classificato segreto e datato 8 giugno 1945.
334 NARA, RG 226, Entry 174, Box 36, Folder 253.
335 Cfr. G. Parlato, Fascisti senza Mussolini. Le origini del neofascismo in Italia, 1943-1948, Bologna, Il Mulino, 2006, p. 102.
336 NARA, RG 226, Entry 108-A, Box 254, Folder “Borghese”, rapporto riassuntivo delle missioni dei due agenti dell’unità SCI/Z presso il comandante della Decima Mas, a firma di Angleton, classificato segretissimo e datato 28 maggio 1945.
337 Ivi.
338 Cfr. T. J. Naftali, “ARTIFICE: James Angleton and X-2 Operations in Italy”, in G. C. Chalou (a cura di), The Secrets War, cit., p. 236 nota.
339 NARA, RG 226, Entry 108-A, Box 254, Folder JZX – 1300, rapporto a firma di Angleton diretto all’Allied Commission, al quartier generale dell’esercito Usa e al G-2 (l’intelligence militare), datato 19 maggio 1945. Cfr. anche il rapporto datato 2 maggio 1945, in cui si dà conto del viaggio che Angleton stava per intraprendere alla volta di Milano, accompagnato da alcuni suoi agenti di fiducia, per prelevare Borghese: NARA, RG 226, Entry 174, Box 122, Folder 9-021.
340 NARA, RG 226, Entry 108-A, Box 254, Folder JZX – 1300, doc. cit.
341 NARA, RG 226, Entry 108A, Box 261, Folder JRX – 5540, documento della direzione del G-2, il servizio segreto militare Usa, classificato segreto, intitolato Immunity Granted to X MAS personnel, datato 30 novembre 1945.
342 NARA, RG 226, Entry 174, Box 126, Folder 952, documento classificato segreto intitolato 10 Flotilla MAS, datato 29 ottobre 1945 e firmato dal colonnello Earle B. Nichols.
343 NARA, RG 226, Entry 108A, Box 261, Folder JRX-5540, documento della direzione del G-2, datato 22 novembre 1945, allegato al rapporto del colonnello Nichols del 30 novembre, cit. I nomi dei cinque inviati dal direttore dell’intelligence a Washington erano: Berni, Freguglia, Monti, Nerighi e Tadini.
344 Sulle violenze scatenate contro i partigiani e la popolazione dai battaglioni di Borghese cfr. F. W. Deakin, La brutale amicizia: Mussolini, Hitler e la caduta del fascismo italiano, cit., pp. 876-878; e L. Klinkhammer, L’occupazione tedesca in Italia, 1943-1945, Torino, Bollati Boringhieri, 1993, p. 346.
345 Cfr. Z. O. Algardi, Processi ai fascisti, Firenze, Vallecchi Editore, 1992, pp. 141-143.
346 A proposito dell’amicizia tra Borghese e Angleton cfr. la testimonianza resa da Federico Umberto D’Amato, capo dell’Ufficio affari riservati del Ministero dell’Interno, in P. Willan, Puppetmasters. The political use of terrorism in Italy, London, Constable, 1991, p. 118, e il volume di J. Greene e A. Massignani, Il principe nero. Junio Valerio Borghese e la X Mas, Milano, Mondadori, 2007, p. 244. Come è noto, nella storia dell’Italia repubblicana Borghese ebbe un ruolo di primo piano e per alcuni aspetti inquietante: dopo aver retto la presidenza dell’Msi fino al 1954, l’11 settembre del 1968 fondò il Fronte Nazionale, e nella notte fra il 7 e l’8 dicembre del 1970 i gruppi da lui organizzati diedero vita al tentativo di golpe, forse successivamente troppo sottovalutato, noto proprio come “golpe Borghese”. Su questo argomento e sulle conclusioni a cui è arrivato il lavoro della magistratura e della Commissione Stragi cfr. F. Ferraresi (collaboratore della Commissione durante la X legislatura), Minacce alla democrazia. La destra radicale e la strategia della tensione in Italia, Milano, Feltrinelli, 1995; P. Cucchiarelli e A. Giannuli, Lo Stato parallelo. L’Italia “oscura” nei documenti e nelle relazione della Commissione Stragi, Roma, Gamberetti editrice, 1997. Proprio alcuni giorni prima del tentato colpo di stato James Angleton, che ormai era stato promosso da diversi anni direttore dell’intero controspionaggio statunitense, atterrava a Roma, per fare un breve e misterioso soggiorno, ripartendo pochi giorni dopo la conclusione delle vicende: cfr. R. Fabiani e M. Scialoja, Lo scandalo Cia-Sid, su “L’Espresso” dell’8 febbraio 1976, anno XXII, pp. 14-15. Alla luce di quanto è emerso in questi anni sul golpe Borghese, si può presupporre che la visita a Roma di Angleton sia stata finalizzata a seguire meglio da vicino l’operazione. A questo proposito cfr. anche G. De Lutiis, I servizi segreti in Italia. Dal fascismo all’intelligence del XXI secolo, nuova ed. aggiornata, Milano, Sperling & Kupfer, 2010, pp. 119-121.
Siria Guerrieri, Obiettivo Mediterraneo. La politica americana in Europa Meridionale e le origini della guerra fredda. 1944-1946, Tesi di Dottorato, Università degli Studi di Roma “Tor Vegata”, Anno accademico 2009-2010

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